RE-SEED, a fine mese scade il secondo bando

 

Cento ore di consulenza pro capite per sviluppare i progetti di business

Sono circa 400 i dottorandi che l’Università di Udine conta ogni anno. Giovani con un livello avanzato di istruzione, che rappresentano un capitale umano insostituibile per la competitività del territorio. A loro e ai ricercatori (compresi gli assegnisti di ricerca), che lavorano in Friuli Venezia Giulia e che vorrebbero verificare l’opportunità di fondare un’azienda spin off di alto profilo tecnico-scientifico si rivolge il progetto RE-SEED, che mette in palio servizi gratuiti a valore aggiunto per la formazione imprenditoriale e l’accompagnamento manageriale.
L’iniziativa, che ha come partner Università di Udine, Friuli Innovazione e SISSA, è finanziata attraverso il Fondo Sociale Europeo, con l’obiettivo di valorizzare la ricerca e promuovere la nascita di quindici nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.
“Uno degli aspetti principali su cui si vorrebbe incidere – sottolinea Daniel Pittino, responsabile scientifico del progetto – è quello della forma mentis di chi lavora in ricerca, che spesso non ha la sensibilità imprenditoriale per capire il valore di mercato dei propri risultati scientifici. E’ un fatto culturale, vero per l’Italia e anche per l’Europa in generale, al contrario di quanto accade negli Stati Uniti, ad esempio, dove non di rado i ricercatori sono anche startupper seriali”.


Accrescere la competitività del territorio e offrire nuovi sbocchi occupazionali a giovani talenti che con le loro idee possono contribuire allo sviluppo del sistema economico e sociale sono gli obiettivi del progetto, per partecipare al quale i ricercatori che hanno un’idea di impresa, anche solo abbozzata, devono iscriversi online su www.re-seed.it entro il prossimo 28 febbraio. I candidati selezionati, oltre ad essere seguiti da esperti in formazione imprenditoriale per tutta la fase di studio di fattibilità e preparazione del business plan, potranno avere accesso a consulenze personalizzate fino a cento ore ciascuno per un valore “equiparabile a quello di un’utilitaria”.

 


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