Sportilia: intervista a Nicola Biffi

 

Abbiamo incontrato Nicola Biffi e gli abbiamo chiesto di parlarci della sua startup: Sportila.com.

 

Ci riassumi in poche righe chi sei e il tuo percorso professionale prima del lancio della tua startup Sportilia?

Mi chiamo Nicola Biffi, laureato all’EMIT (Economics and Management of Innovation and Technology) in Bocconi, chitarrista, maestro di sci ma soprattutto grande sostenitore delle nuove tecnologie e della loro capacità di migliorare il nostro stile di vita. Attualmente CEO di uSport, la società che sviluppa ogni giorno il progetto Sportilia.

 

Cosa è e quale problema risolve la tua startup?

Sportilia migliora la propria esperienza sportiva grazie a Sportilia.com

La community Sportilia.com permette di trovare le partite in zona, di organizzarne di nuove e di creare un vero e proprio profilo sportivo personale. La possibilità di partecipare a classifiche, di votare gli altri giocatori, ma soprattutto di assegnare awards e commenti rende l’esperienza ancora più social e divertente. Per ora è un social network dedicato al calcio, in futuro è previsto di accogliere anche gli appassionati di altri sport.

Sportilia REC è un sistema di video recording real time su supporto USB direttamente installato a bordo campo che permette di soddisfare diverse necessità: da quelle più tecniche degli allenatori come il raccogliere materiale video per l’analisi tattica della propria squadra, a quelle più narcisistiche di poter postare sul proprio profilo Facebook l’azione in cui si segna in rovesciata.

 

Qual è il modello di business di Sportilia?

Il nostro cliente è il centro sportivo. La vendita dei sistemi Sportilia REC è il primo canale di revenues, segue la vendita di gestionali (chiamati Sportilia MANAGER) che permettono di semplificare e migliorare la gestione del centro e di ogni genere di competizione (dal piccolo torneo di 8 squadre al campionato nazionale, come nel caso della serie bwin cup, di cui siamo partner tecnici)

Chi sono i tuoi competitor e cosa ha in più la tua soluzione per poter competere nel settore?

Sportilia REC non ha competitor diretti, mentre di community dedicate al calcio ce ne sono molte, soprattutto in Italia. Credo che i più di 39 mila giocatori iscritti ci preferiscano ad altri siti per diversi fattori: dalla presenza degli awards e dei grafici “PES style”, alle classifiche più approfondite di ogni altro, ma soprattutto per la possibilità di avere sconti esclusivi in numerosi centri sportivi che gestiscono con noi le loro disponibilità.

 

in quale settore si muove Sportilia e quali occasioni ritieni ci siano da cogliere?

Lavoriamo nel settore dello sport, ed in particolare in quello dell’impiantistica sportiva. Si tratta di un mercato molto particolare: dal lato della domanda (chi pratica sport) c’è una grande attenzione alle nuove tecnologie e al web, basti considerare l’altissimo numero di blog e forum sportivi, mentre dalla parte dell’offerta i gestori dei centri sportivi sono solitamente poco attenti all’innovazione, in particolare connessa ad internet. Questo gap crea innumerevoli possibilità di business: una community che permetta ai giocatori di organizzare partite, un software per migliorare la gestione ed un sistema di telecamere installate direttamente sui campi sono le idee che abbiamo sviluppato noi, ma ce ne sono sicuramente molte altre.

 

 

 

Chi sono i tuoi soci in questa impresa? 

Durante i miei studi mi han sempre detto che è più importante avere un team di primissimo livello e una buona idea piuttosto che avere tra le mani un progetto rivoluzionario sviluppato da collaboratori mediocri. Son pienamente d’accordo: lavoro ogni giorno con persone competenti e motivate che han permesso a Sportilia di raccogliere in questi pochi mesi importanti risultati. Ve li presento molto volentieri uno ad uno:

Stefano Baccianella: dall’alto del suo dottorato di ricerca e la sua laurea in informatica all’università di Pisa guida il reparto tecnico con grande dedizione.

Gianpaolo Di Nino: Sportilia Manager è nato e cresciuto grazie ai suoi codici, i complimenti che ci riservano i gestori dei centri sportivi vanno attribuiti tutti a lui.

Lorenzo Marcon: segue lo sviluppo di Sportilia.com. Il suo lavoro è ogni giorno sotto gli occhi di migliaia di giocatori, non si può permettere il minimo errore, ma fortunatamente la sua attenzione ai dettagli ci fa dormire sonni tranquilli
Davide Ortona: se dovessi dare un nome alla community, la chiamerei Davide. Conosce tutti quanti, organizza insieme ai giocatori partite, tornei e addirittura campionati.
Paola Piatti: è la nostra immagine. Se Sportilia.com ogni giorno diventa sempre più bello ed usabile e solo e soltanto merito suo.
Marco Rossi: ama excel. È difficile da concepire ma il mondo è bello perché è vario. Da lui passano i Marketing plan, i modelli su cui si basa il nostro business model e tutta la comunicazione.
Alessandro Tortorici: il migliore amico di tutti i gestori dei centri sportivi. È lui l’anima commerciale di Sportilia.

 

Quali risorse ti sono servite per far partire il progetto?

Il più grande investimento è stato sicuramente il decidere di lavorare per un anno full time gratuitamente sul progetto. Condividere il mio appartamento per poter lavorare tutti insieme prima di poter permetterci un ufficio ha permesso di ridurre i costi all’osso, tanto da farci bastare il conferimento iniziale per poter arrivare al primo fund raising con l’ingresso di importanti Business Angels

 

Di quali risorse avresti bisogno per portare a regime Sportilia?

Secondo quanto previsto dal nostro Business Plan potrebbero bastare 200k per poter eliminare ogni problema di liquidità. Ci sono comunque valori scalabili, quali marketing e personale, che permetterebbero una crescita più rapida e un rischio operativo dell’iniziativa ridotto in caso di investimenti più importanti.

 

 

 

A quali Angel o Venture Capital ti sei rivolto e con quali risultati?

Dopo il mio pitch al Working Capital di Roma nel 2010 (in cui presentavo DoveGiocare.it, uno dei “padri” di Sportilia) ho ricevuto diverse chiamate ed email da Angel e VC. Ho dialogato con molti di loro, molti interessati al progetto e mi son seduto a discutere riguardo ai term sheet con una dozzina tra Angels e VC. Mi son sempre fermato durante la stesura dei diritti di veto che volevano imporci e l’inserimento di ulteriori clausole “tutte italiane” (nel senso che dei documenti standard internazionali raramente si vedevano). Infine ho trovato un pool di Angel di primissimo livello (Partner McKinsey, Director PwC, AD Cerved, AD ESCP) che, oltre alla liquidità necessaria, hanno apportato competenza, capacità, network fondamentali per la nostra attività.

 

Da qui a 3 anni cosa potrebbe diventare la tua startup e che numeri e fatturati potrebbe sviluppare.

Le variabili in gioco sono innumerevoli, ma da buon CEO ho creato un business plan a 3 anni che continuamente aggiorno. Il fatturato previsto sarà di 1,7 milioni di euro con una community che avrà superato 500.000 iscritti. Saremo presenti su più sport e avremo ormai internazionalizzato da un anno. Fra tre anni vedremo insieme quanto ci sono andato vicino.

 

Indicaci le tue fonti di informazione sul mondo delle startup e dell’impresa in modo da condividerle con i lettori.

La maggior parte delle informazioni le raccolgo dal mio network personale. Mi piace comunque partecipare a gruppi facebook dedicati (Italian Startup Scene tra gli altri) o leggere news e interviste su siti come startupper.it e www.startupblognetwork.it.

 

Startup italiane sulle quali investiresti oggi o che segui con sana invidia

Ce ne sono molte che propongono progetti molto interessanti. Te ne voglio citare due: Tiwi, che con Beautiful Lab sono ormai di casa a Sky e Xplored, che è stata tra le prime a capire quanto possa essere importante l’advertising legato alle app mobile ludiche. Sia Nicola di Tiwi che Davide di Xplored li conosco personalmente e so quanto si divertono a portare avanti il loro lavoro. Credo che questo sia fantastico.

 

Settori (oltre al tuo) da tenere in considerazione in futuro e dove ti piacerebbe muoverti per una eventuale tua prossima startup

Mi divertirebbe cimentarmi nella ricerca di forme nuove ed originali di advertising. Siamo arrivati alla saturazione: siamo bombardati di messaggi pubblicitari in ogni momento della giornata. Ora la sfida è capire come differenziarsi, come colpire l’attenzione del cliente senza essere invasivo.

 

Elenca un po’ di cose di getto su cosa hai imparato facendo la tua startup e che vuoi condividere con i lettori

 

Ci sarebbero infiniti consigli da dare raccolti dalla mia esperienza e dai miei errori, mi limiterò a quelli che reputo i tre principali, già sentiti, ma proprio per questo da tenere sempre a mente:

1) Focalizzatevi sulle unfulfilled need, non innamoratevi del proprio progetto ma cercate sempre e comunque di capire cosa vuole realmente il mercato.

2) Quando vi lanciate in un progetto, create un team che copra le principali competenze. L’outsourcing può essere un’opportunità se gestita da qualcuno interno al team competente sul tema, altrimenti i problemi saranno dietro l’angolo.

3) Condividete la vostra idea con più gente possibile, discuterne vi permetterà di capire quanto è realmente sostenibile il vostro progetto e come si può affinare. Non credete che la gente sia pronta a rubarvi l’idea, pure geniale che sia, e se proprio non vi fidate, esistono gli nda.

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