Flipit sbarca in Italia; intervista al team italiano

Maria Rosaria Di Lecce, italiana,24 anni,vive in Olanda da un paio di anni. Insieme ad altri 3 ragazzi ,di età compresa fra i 24 e i 26 anni, si sta occupando dello sbarco in Italia di Flipit.com, un sito di risparmio e raccolta coupon sconto da utilizzare presso i webshop.
La startup ha base in Olanda ed ha già varie versioni in altri paesi. Maria Rosaria e i suoi 3 colleghi si occupano in modo specifico dello sviluppo della startup sul territorio Italiano.

Ci spieghi intanto come fa una ragazza così giovane a lavorare in una startup internazionale e per giunta in Olanda? Insomma, raccontaci l’antefatto.
Devo dire che è iniziato tutto per caso e la strada per arrivare a questo lavoro è stata tortuosa!
Due anni fa ho terminato gli studi in Italia e avendo studiato traduzione e interpretariato, andare all’estero in cerca di opportunità migliori era già parte dei miei piani. Mesi prima di prenotare il volo ho casualmente incontrato un ragazzo olandese, che è diventato in seguito il mio ragazzo… da lì, spirito di avventura, coraggio, amore e voglia di cambiare aria, mi hanno portato a prenotato un biglietto per i Paesi Bassi. Una volta arrivata qui non è stato semplice adattarmi, imparare la lingua, cercare lavoro e cominciare un nuovo capitolo. Ma con una buona dose di determinazione ho deciso di diventare una traduttrice e interprete freelance, ho aperto la mia piccola impresa (qui in Olanda è semplicissimo a livello burocratico) e ho iniziato a crearmi una base di clienti. Come si può immaginare però, lavorare da liberi professionisti non è sempre facile, ci vuole un buon network, tanta pazienza e bisogna investire. Per questo non ho mai smesso di cercare altre opportunità lavorative. Per anni ho lavorato, per hobby e passione, come scrittrice e gionalista e ho frequentato workshop e mini corsi di marketing online. Così quando una mia collega mi ha inviato una mail dicendomi che aveva letto di un’opening come Online marketer/Editrice presso Imbull per un nuovo progetto internazionale, ho pensato subito di inviare il mio CV e vedere come sarebbe andata. Dopo un paio di giorni mi hanno contattata per un colloquio e due settimane dopo ero già al lavoro! Quello che mi colpito della compagnia è che tutti erano davvero giovanissimi con una gran voglia di dare il proprio meglio per diventare i numeri uno nel nostro settore. Sono stata anche fortunata a trovare dei colleghi simpaticissimi, che mi affiancano in questo lavoro. Quello che ho imparato è che non bisogna mai sottovalutare le proprie passioni, i propri hobby, i corsi, i workshop o qualunque altra cosa si faccia e che ci da la possibilità di formarci, perchè può sempre esser qualcosa che ci tornerà utile in futuro.

Ci presenti i tuoi colleghi che fanno parte del team che si occupa del mercato italiano? 
Il nostro team è composto da quattro persone, incluso me. Siamo tre ragazze e un ragazzo.
Rossana, 25 anni, ha studiato Marketing del turismo in Olanda e anche lei, come me, è un’editrice e online marketer, cioè si occupa dei contenuti, dei testi che vengono pubblicati sul sito e fa una parte delle PR. Finiti gli studi lei ha fatto uno stage in Italia, ha lavorato per un anno in Germania per una compagnia di turismo e tornata qui in Olanda ha iniziato a lavorare per Imbull.
Francesca, 24, è invece italo-olandese. Nata e cresciuta in Italia, si è trasferita in Olanda circa 4 anni fa per gli studi universitari di Comunicazione e Media. Terminati gli studi ha iniziato la sua ricerca per il lavoro e qualche mese fa si è unita al nostro team. Francesca si occupa principalmente della parte “tecnica”, ovvero dei contatti e delle relazioni con i network di affiliazione e inoltre delle decisioni per il layout della versione italiana del sito.
Infine, il nostro maschietto del gruppo è Christian, 26 anni. Ha studiato Comunicazione in Italia e dopo aver fatto un’esperienza Erasmus ad Amsterdam, ha deciso di trasferirsi qui. Ha iniziato a lavorare come cameriere, poi come scrittore per alcuni blog e infine si è unito al nostro gruppo di editori.

Fai finta che io non sappia cosa siano i coupon sconto e tutti gli strumenti che voi promuovete. Mi dici di cosa si tratta e qual’è il focus del modello di business di Flipit.com?
Iniziamo dai coupon sconto. Possiamo definirli dei normali voucher, dei buoni o codici sconto, ma in versione digitale. Visitando Flipit.com si ha accesso a una lista di centinaia di negozi online, che nella procedura di acquisto danno la possibilità al cliente di usufruire di uno dei nostri codici per ottenere una percentuale di sconto (può essere il diritto alla consegna gratuita, o un vero e proprio sconto in percentuale o cifra fissa) sull’ordine effettuato. E’ un modo comodissimo per acquistare online risparmiando ulteriormente rispetto allo shopping in un negozio fisico. In Italia è un concetto relativamente nuovo, ma man mano si diffonde sempre più e questo lo possiamo vedere grazie al traffico del nostro sito.
Il tutto è possibile grazie al marketing di affiliazione online, ovvero un modello business in cui inserzionista e publisher sono connessi tramite un network, una piattaforma, che gestisce i contatti tra i due, le commissioni e i pagamenti. Il pagamento viene poi effettuato solo se effettivamente un utente effettua l’acquisto di un prodotto su uno dei webshop con cui collaboriamo, quindi è un modo più onesto (a volte anche più difficile) rispetto al normale marketing di affiliazione di fare affari online e rappresenta davvero il futuro. Infatti, tantissimi negozi con la crisi decidono di chiudere, delle società chiudono i battenti dopo anni di vendite di successo perchè la gente vuole risparmiare… con questo tipo di marketing online un marchio può evitare i costi di un negozio fisico e avere molti più clienti da tutto il mondo!

Ci parli del sistema startup in Olanda? Mi sembra sia patria di diversi colossi, mi viene in mente ad esempio Booking. Perchè uno dovrebbe sviluppare una startup in Olanda e non per esempio a Berlino, Londra o in Italia?

Questa è davvero una buona domanda. Al mio arrivo ho iniziato a chiedermi anche io come fosse possibile che tanti giovani ragazzi fossero sempre impegnati in vari progetti, startup e tanto altro e ho sempre pensato fosse questione di sistema… ma così non è! Non c’è un sistema più o meno favorevole che in altri paesi o grandi città. La differenza risiede (forse banalmente) nella mentalità dei giovani olandesi: tutti sono abituati a pensare che lavorando tanto e impegnandosi, si può raggiungere qualunque obiettivo. Gli olandesi sono persone molto realiste e pratiche, sanno capire i limiti e sono in grado di dire se un limite può essere superato o meno e cosa bisogna fare per raggiungere uno scopo. Questo modo di pensare favorisce il fiorire di idee e la voglia di darsi davvero da fare, facendo, se necessario, dei sacrifici. L’Olanda è anche un paese poi che è famoso per gli eccellenti corsi di studi tecnici, tecnologici e scientifici e questo è uno strumento in più per la parte pratica della creazione di un progetto e di una startup. Naturalmente devo anche dire che la burocrazia per iniziare un’impresa è molto più semplice e rapida rispetto a quella italiana e questo naturalmente aiuta e invoglia anche chi non ha esperienza (o pazienza) per questo tipo di cose.

Il vostro modello di business; mi pare di capire che sfruttiate le affiliazioni. Questo mi fa venire in mente due tipologie di startup: la prima è un servizio che impiega anni per generare cassa, nella seconda tipologia metto la vostra, un’idea che inizia a generare quasi da subito un minimo di cassa che aumenta con i numeri. Aggiungo che il secondo modello di business spesso si sposa con una gestione con risorse minime puntando molto a servizi il più possibile staticizzati. Sbaglio in questa analisi?
Facendo questa divisione tra i tipi di startup, noi possiamo dire di rientrare nel secondo gruppo, infatti nel giro di soli sei mesi Flipit.com ha già degli ottimi numeri a livello di traffico e i guadagni aumentano anche in maniera proporzionale, partendo da investimenti non esagerati. Naturalmente per rendere Flipit.com un portale di successo abbiamo puntato fin da subito su localizzazione, ricerche di mercato e anche sulle risorse SEO, che ci aiutano a crescere e a rendere il sito ottimale e anche più user-friendly: sappiamo quello che gli utenti cercano e quello che vogliono trovare visitando il nostro sito e facciamo del nostro meglio per garantire qualità e codici sconto sempre attuali e funzionali.

Prima di conoscere voi ero entrato in contatto con Cuponation, una iniziativa tedesca. E’ il solo competitor o ce ne sono molti altri? In cosa vi distinguete voi?
Dopo pochi mesi noi siamo già entrati nel “territorio” di Cuponation, Retailmenot e Vouchecode, che sono per noi i tre più grandi competitor del settore. Couponation, come hai già specificato, è un’iniziativa tedesca, più precisamente fondata da Rocket Internet, la stessa start up incubator di Zalando. Una delle maggiori differenze tra Flipit.com e Cuponation, secondo la mia personale opinione, è che per loro questo mercato non è il principale focus della compagnia, mentre per noi lo è. Questo ci porta quindi a una dedizione totale negli investimenti e nell’impegno per ottenere dei grandi risultati con Flipit.com. Attualmente siamo anche alle prese con un nuovo design del sito, per renderlo più accattivante e ancora più unico rispetto a tutti gli altri siti di coupon online.

Voi siete usciti subito con piattaforme estere? L’Olanda è un paese troppo picccolo per esistere solo lì o l’Olanda è il paese ideale proprio per pensare ad una startup internazionale?
Il primo lancio è stato in Olanda, con il dominio locale di Kortingscode.nl. Dopo soli tre mesi il marchio Flipit.com è stato lanciato in Germania, Spagna e Francia e altri quattro paesi. Rendere Flipit.com internazione era nei programmi fin dall’inizio, quindi penso che in questo caso L’Olanda di per sè abbia poco a che fare con il lancio internazionale o meno di una startup. Certamente però la prima acocglienza del sito qui è stata così grande, che ci ha dato una spinta in più per non perdere tempo e uscire subito in altri paesi. Come ho detto prima è una questione di obiettivi, di fare un progetto e avere un’idea chiara e di cercare di realizzare quello che ci si è prefissati, con impegno, e perchè no, anche con un po’ di fortuna.

La startup ha ricevuto finanziamenti da venture capital? Quali sono i programmi futuri di espansione?
No, la startup è stata autofinanziata, quindi non ha ricevuto alcun finanziamento esterno. Per il futuro vogliamo lanciare Flipit in altri Paesi, fino a coprire tutti i continenti ed essere presenti a livello mondiale nel settore dei codici sconto.

Non so se potete dare dei dati sui ricavi. Siete in utile? Macinate cassa o mangiate cassa? Che tassi di crescita avete?
Di tanto in tanto ci piace avere dei segreti! Purtroppo su ricavi e tassi non posso dire nulla o dare alcun dato, mi dispiace.

Quali sono state le difficoltà ad internazionalizzare? Come si fa a sbarcare in un paese lontano? Nel vostro caso si cerca di automatizzare tutto e impostare delle strategie di marketing per attirare traffico o c’è altro? Che tipo di azioni di marketing fate?

In generale la prima difficoltà di un’internazionalizzazione è quella di trovare gente competente, madrelingua, residente nel paese in cui la startup è nata. Una volta fatto questo si è già a metà strada per affrontare la parte tecnica per la creazione del sito, con la traduzione, localizzazione e i contenuti ecc. Un’altra difficoltà è sicuramente quella di adattare le proprie strategie al paese in cui si decide di lanciare il proprio prodotto, quindi ancora una volta avere gente madrelingua, nata e cresciuta nel paese in questione, può facilitare questo processo, in quanto i madrelingua sono in grado di individuare quello che funzionerà e quale è il metodo migliore per adattare la propria strategia la nuovo paese. Noi cerchiamo in realtà poi di non automatizzare tutto, proprio per garantire la qualità e quel tocco personale che è visibile e percepibile dagli utenti che visitano il nostro sito. Così facendo anche il traffico sarà solo una conseguenza del giusto modo di localizzare il prodotto.

Quali sono gli obiettivi di Flipit.com fra 3 anni?
Nei prossimi anni il nostro obiettivo è quello di avere in totale 1 milione di visitatori al giorno! Un obiettivo certamente ambizioso, ma siamo sicuri di poter raggiungere questo numero nel prossimo futuro. Vogliamo anche diventare leader del mercato in 6 paesi, inclusi i Paesi Bassi. Si può dire che avremo un bel po’ da fare insomma per ottenere questi risultati e sono sicura che sentirete parlare di noi ancora per molto!

Puoi coinvolgere i 3 colleghi del team italiano e dirci quali startup ritenete interessanti in Europa e magari anche in Italia?
Domanda interessantissima! Ti dico un po’ le opinioni di tutti! Christian è un amante della musica e ritiene Spotify (di origine svedese) la startup più interessante degli ultimi anni che continua a ingrandirsi sempre più. Ormai milioni di utenti ascoltano musica in questo modo e anche l’account premium a pagamento è ottenibile pagando una piccolissima quota. Davvero un’idea innovativa, che ha superato ogni altro sito o applicazione creata prima per lo streaming musicale. Francesca ritiene interessane Netflix, nata in America anni e anni fa, ma solo di recente lanciata in diversi paesi d’Europa. Anche questo è un prodotto davvero del futuro, che ti da la possibilità di unire internet alla TV, pagando un canone mensile piccolo e creando un palinsesto personale. Nei Paesi Bassi Netflix è arrivato solo un mesetto fa e speriamo che presto arrivi anche in Italia. Rossana è salutista e per lei la migliore startup dell’ultimo periodo è HelloFresh, un concept davvero innovativo che ti permette di acquistare tutto il necessario per i tuoi pasti, in comodi box con prodotti freschissimi e selezionati. Si può acquistare un box frutta o verdura, o un box per un determinato piatto che si vuole cucinare. Rispetto a fare la spesa al supermercato si risparmia e si hanno prodotti molto più freschi e spesso 100% biologici. Per me la startup più creativa degli ultimi anni è Airbnb. Sempre di origine americana, in breve tempo è arrivata in Europa e sta spopolando sempre di più. Mi piace l’idea di creare un tipo di bed and breakfast alternativo, un alloggio che però non è gratuito, ma che non costa nemmeno tanto come un hotel e ha il vantaggio di essere più personale, accogliente e ti offre la possibilità di esplorare un luogo davvero come una persona del luogo. A volte mi chiedo perchè l’idea di Airbnb o di HelloFresh non sia venuta a me!

Come vedete i vostri colleghi “startappari” italiani? Vi dite mai cose tipo – ma chi glielo fa fare di sviluppare una startup lì quando a 2 ore di aereo (con biglietto che costa meno di un Roma-Milano) potrebbero trovare un ecosistema molto più adatto a sviluppare idee? – La faccio semplice la cosa o è proprio così?

Diciamo che quello che spesso ci ritroviamo a dire è “ma perchè in Italia queste belle idee non vengono a nessuno e nessuno ha voglia di iniziare questo tipo di progetti?”. Come ho detto, non credo che sia una questione di ecosistema, ma è davvero una questione di volerci provare e darsi da fare. Quello che noto è che molti dei connazionali che arrivano qui in Erasmus o che decidono di trasferirsi qui come abbiamo fatto noi, hanno spesso una forte insoddisfazione e pensano sempre che le cose non miglioreranno in Italia e che posto per i giovani non ce n’è. In parte è davvero così, ma d’altra parte bisogna solo smettere di vedere le cose così in nero e pensare che se nessuno ci da lavoro, forse dobbiamo essere noi a crearcelo! Come? Aprendo le nostre mini imprese, tuffandoci in una stratup o un progetto innovativo, approfittandone dei fondi europei o dei siti come Crowdfunding e Gofundme… insomma le opportunità possono essere davvero tante. Basta solo saperle cogliere!

Dal vostro punto di osservazione, quali vi sembrano i settori più promettenti del momento? Intendo per creare una startup naturalmente.

Sicuramente investire su qualcosa online è la mossa più promettente da fare, indipendentemente da quello che sia il campo specifico su cui ci si vuole concentrare. Il mondo online offre una piattaforma incredibile, una vetrina, che diventa sempre più visibile a livello mondiale, oltre le barriere, e che ha mille applicazioni, che funziona su PC, ma anche su portatili, cellulari e tablets. Pensando a qualcosa di più specifico, mi vengono in mente il settore dell’energie innovative, che continua a migliorare e ad aprirsi a nuovi progetti, il cleantech e il biomedicale, che sono sempre a caccia di nuove tecnologie, invenzioni e modi per raggiungere la nostra vita giornaliera e sicuramente in generale gli e-commerce, che sono sempre più in crescita, soprattutto in Europa,

Da ultimo non poteva mancare la domanda classica di chiusura: 5 cose basilari per creare una startup di successo. Noi ci proviamo sempre a farla, magari ci arriva il suggerimento giusto che fa scattare la scintilla a qualche nostro lettore.

Speravo di poter rispondere a una domanda del genere! Secondo me la Top 5 sarebbe così:

1. Sviluppare la propria persona professionalmente e personalmente
E’ davvero la base essenziale per iniziare un qualunque progetto o startup. Bisogna formarsi, studiare, leggere, imparare, capire quello che si vuole, decidere il tipo di persona che si vuole essere e promettersi onestà e coerenza una volta deciso l’obiettivo da raggiungere. Inoltre bisogna accettare che in questo tipo di campo, non si smette mai di imparare e bisogna sempre evolvere la propria conoscenza col passare del tempo, per riuscire ad essere sempre al passo, anzi un passo avanti al resto!
2. Pensare in soluzioni e risultati
Mai pensare “non ce la farò”, “chissà come risolverò questo problemone”, “questo ostacolo non lo supererò mai”, ecc… Al contrario, bisogna cercare di avere un atteggiamento che ha dei propositi, che è pronto a valutare le soluzioni ai problemi e non i problemi stessi. E i risultati sono importantissimi! Pensate e decidete quale risultato volete raggiungere. Una volta raggiunto quel risultato, complimentatevi con voi stessi e pensate che sia solo uno dei tanti risultati che potete ottenere e da lì ricominciate a cercare nuovi e altri obiettivi.
3. Non ci sono limiti
Questo è uno dei fondamenti, secondo me, di qualunque imprenditore! Se si vedono limiti a quello che si vuole fare, non lo si realizzerà mai. Bisogna imparare a pensare fuori dalle righe e osare, per spingere e cambiare i propri limiti e i limiti del mercato.

4. Coinvolgimento
Bisogna sempre decidere di puntare su una startup in cui ci si sente coinvolti in prima persona. Scegliere qualcosa che rientra nelle proprie passioni e che aiuta un gruppo a cui si appartiene, che sia quello degli studenti o di una determinata professione o degli shopaholic e così via. Così facendo sapremo cogliere davvero quello che manca nel mercato e creare la nostra nicchia, che sia davvero vicina agli utenti.
5. Onestà e autoironia
Queste sono due qualità altrettanto basilari per diventare degli imprenditori. L’onestà aiuterà ad andare avanti e a non incappare in problemi e l’autoironia permetterà di non arrendersi o punirsi se si fa un errore o se le cose non vanno bene.
Spero che questi consigli possano aiutare i miei coetanei a lanciarsi in una nuova avventura e che con impegno (e un pizzico di fortuna) possano andare lontano!

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